Dienstag, 4. Mai 2004 - L'Unione Sarda

A ventidue anni cura dieci ettari di vigneto e una cantina ristrutturata e ammodernata per costruirsi il proprio futuro. Rappresenta davvero un caso unico in Marmilla l’originale idea di Pietro Lilliu, di Ussaramanna, che ha deciso di scommettere sui rossi e i bianchi prodotti dalle uve coltivate sotto il sole della terra dei nuraghi e delle Giare. «È finito il tempo in cui considerare la vigna più come una fonte di spese che di guadagni», esordisce Pietro. Lui respinge la vecchia immagine dell’agricoltore con la testa bassa per ore sul terreno, senza porsi il problema della qualità e del miglioramento delle tecnologie produttive. Il giovane di Ussaramanna ha deciso di abbandonare gli studi, la sua passione era l’agricoltura. Lo ha incoraggiato suo padre Michele, il promotore del concorso dei vini. Con circa 35 mila euro, insieme ristrutturato la vecchia cantina sotto casa, trasformandola nell’azienda Su Mudregu , uno spazio per la lavorazione delle uve e la prima fase della vinificazione, poi, a quattro metri sotto terra, le botti, rigorosamente in legno, per conservare il prezioso nettare. Pietro per tutto l’anno lavora la vigna, adesso tre ettari, presto saranno dieci. E ha anche ideato originali etichette per i suoi bianchi, rossi e vini da dessert, tutti rigorosamente biologici, con nomi curiosi che richiamano la tradizione linguistica del territorio. Il vino rosso corposo diventa Biazzu, il bianco frizzante Affroddiera come una donna esuberante. La produzione de Su Mudregu si attesterà sui 20 mila litri di vino all’anno e si affida già alla supervisione di importanti enologi. «La professionalità è alla base di tutto», prosegue Pietro, che da esperto conoscitore dei vigneti afferma che «queste ultime piogge rappresentano un importante risorsa per tutto il periodo estivo». Per il giovane di Ussaramanna la riscoperta dei vini della Marmilla è anche un fatto culturale. «Un bicchiere di vino ripropone anche l’antico rito de su cumbidu , la sua offerta con orgoglio all’ospite, passione e sentimento che andrebbero recuperati anche nei nostri piccoli paesi», conclude Lilliu.
( an.pin. )